Lettera che il Vescovo ha scritto per l’occasione.
In cerca di volti
«Mostrami il tuo volto, fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave, il tuo volto è incantevole»
(Cantico dei Cantici 2,14)
Le tenere parole del giovane innamorato rivolte alla sua amata, evocano un singolare (“il tuo volto, la tua voce”) che racchiude l’intera umanità custodita nei tanti volti e nelle tante voci di donne e di uomini. Sono volti e voci, forgiati da storie intrecciate tra loro all’interno di una trama misteriosa e ricca di vissuti e di percorsi, fatta di gente semplice che sa abitare la vita e in questo modo capace di scrivere un frammento di storia. È il Vangelo stesso che ci chiede di rigenerare il nostro servizio a «partire da uno sguardo contemplativo, ossia uno sguardo di fede che scopra quel Dio che abita nelle sue case, nelle sue strade, nelle sue piazze. La presenza di Dio accompagna la ricerca sincera che persone e gruppi compiono per trovare appoggio e senso alla loro vita. Egli vive tra i cittadini promuovendo la solidarietà, la fraternità, il desiderio di bene, di verità, di giustizia. Questa presenza non deve essere fabbricata, ma scoperta, svelata. Dio non si nasconde a coloro che lo cercano con cuore sincero, sebbene lo facciano a tentoni, in modo impreciso e diffuso» (Evangelii Gaudium, 71).
È con il desiderio di addentrarmi nel Vangelo che sento il bisogno di venire tra di voi, per contemplare il mistero della vita che abita nella nostra terra e scoprirlo nei volti di ciascuno di voi, incontrando il Signore e “vedendolo” attraverso le parole e i racconti dei vostri vissuti. Vengo come fratello, nel servizio alla comunione e all’annuncio che mi è affidato come vostro vescovo, così da cadenzare i miei passi sul ritmo dei vostri passi e pronunciare le mie parole dentro le pregnanti parole di vita che vi appartengono.
Ogni volto è espressivo di una storia degna di essere incontrata: anche quella ferita, sofferta, provata o stanca. Così, desidero insieme a voi ascoltare le parole sempre nuove che sono in grado di farci crescere in umanità: voci di sorelle e fratelli che desiderano essere accolte e sostenute. Sì, semplicemente ascoltare, così da riconoscere in esse la verità dell’annuncio che ci è affidato e che sempre ci precede dentro le relazioni che ci appartengono: «Gesù Cristo ti ama, ha dato la sua vita per salvarti, e adesso è vivo al tuo fianco ogni giorno, per illuminarti, per rafforzarti, per liberarti» (Evangelii Gaudium,164). Dal “contemplare” e dall’ “ascoltare” potranno nascere anche per noi stili e percorsi di vita in cui annunciare oggi il Vangelo, perché non dettati da tecnicismi, ma da parole umanamente sensate; diventeremo capaci di sentirci reciprocamente abitati, spazio in cui Dio prende dimora presso di noi (Cf Gv 14,23).
Per questo, nei mesi che ci accompagneranno fino alla Pentecoste, busserò alle vostre comunità nel segno dell’amicizia, attraverso il servizio dei Vicariati, e affidando a loro la modalità più consona con la quale intenderanno introdurmi nel vostro cammino. Mi soffermerò solo qualche giorno, come fu per Gesù nella casa di Betania, per condividere un momento di amicizia.
Verrò con il desiderio di attingere alla ricchezza e anche ai sogni infranti che vi appartengono, per scorgere dove riorientare il nostro “camminare insieme”, così da essere noi stessi “pellegrini di speranza”.
Scriveva, non senza una lucida intuizione della strada da compiere, l’indimenticato I. Mancini:
“E vi pare una piccola rivoluzione
se il baricentro del mondo
passa dall’io all’altro,
uno stare faccia a faccia,
una comunità di volti?”
Domenico
8 gennaio 2023
Battesimo del Signore